Allattare senza problemi

Esistono alcune regole di base per affrontare al meglio l’esperienza pluriquotidiana dell’allattamento.
Un’organizzazione di volontariato internazionale nata nel 1956 oltreoceano (Le Leche League International) e diffusa in 68 nazioni del mondo, le riassume in 14 punti.
Questi:

1) Posizionare il bambino nella giusta posizione.
Dovete avere di fronte a voi il bimbo, tenendogli le natiche in una mano e la testa nella piega  del vostro gomito. L’altra mano va sotto il seno, le dita devono sorreggere tutte la mammella senza coprire o schiacciare l’areola attorno al capezzolo. Avvicinate il bambino al seno; il vostro capezzolo dovrà essere leggermente più in alto rispetto alla sua bocca. Quando l’avrà aperta, avvicinate il suo corpo e fate in modo che le sue labbra si attacchino al capezzolo. La bocca del neonata deve essere ben aperta (a K) e all’esterno dovrete visualizzare una superficie areolare maggiore nella parte superiore.

2) Rispettare il corpo della donna.
L’allattamento non deve provocare dolore, non è un’azione da subire, bensì un atto d’amore e di relazione madre-figlio. Se c’è sofferenza, perché il pupo succhia in modo errato, interrompete la suzione con un dito e sistematelo fino a che sarà nella giusta posizione.

3) Interrompere il bimbo fino a quando…
… non comincia a succhiare nel modo corretto. Mettetevi nei panni della vostra creatura. Non sareste anche voi confuse se doveste passare dal seno alla tettarella d’un biberon o al succhiotto (o ciucciotto, che dir si voglia)? Forse sì. Questo è il motivo per cui potrebbe non riuscire ad attaccarsi al capezzolo fino in fondo. Una poppata dura in genere dai 20 ai 30 minuti. Se avete letto il punto 1, sapete che dovete attendere che il pupo abbia la bocca bella aperta prima di avvicinarlo alla mammella. Il bimbo va lasciato in posizione fino a quando succhia qualcosa, cioè deve buttar giù ogni succhiata o due. Quando avrà cominciato a sonnecchiare, è il momento del ruttino: destatelo e attaccatelo all’altro capezzolo, fino a quando vorrà.

4) Durante la stessa poppata alternare le mammelle.
Si comincia da un lato, a vostra scelta. Quando il lattante si sarà stancato di quella posizione, cambiate lato e segnatevelo. Infatti la mammella succhiata per ultima sarà la prima che gli offrirete nella poppata successiva.

5) Allattare spesso.
Rispetto al latte artificiale, quello naturale è stato creato per poppate frequenti e ravvicinate. Anche fino a una dozzina di volte al giorno. Il che, a detta degli esperti, serve anche a rafforzare il legame naturale, misterioso e fortissimo, esistente tra madre e figlio.

6) Non lasciare indurire i capezzoli.
Per evitare il formarsi delle fastidiose ragadi, alcune mamme compiono esercizi per indurire i capezzoli, ma ciò può risultare inutile o controproducente persino. Gli esperti dicono che se il lattante viene posizionato nel modo giusto (vedi punto 1), le ragadi non si formeranno mai.

7) Quando il capezzolo rientra…
… occorre un tira-capezzoli! Si consiglia di usarlo già al sesto, settimo mese di gravidanza, provocando una suzione dolce e delicata. Va ricordato, però, di non usare il macchinario più di un quarto d’ora al giorno.

8) Non lavare i capezzoli con saponi….
… altrimenti si inaridiscono. Madre natura ha già provveduto da par suo a pulire la zona, provvedendo l’areola di piccole sporgenze, che in realtà sono ghiandole sebacee producenti una sostanza oleosa antisettica.

9) Far asciugare i capezzoli all’aria.
I capezzoli sono elementi preziosi e delicatissimi. Prima di “rinfoderarli”, devono essersi ben asciugati all’aria, non è consigliabile usare un paralatte: col suo strato di plastica, li manterrebbe umidi e li danneggerebbe.

10) Contro le ragadi, usare il vostro stesso latte.
Gli esperti non cessano di ripetere che il fastidioso problema delle ragadi è perlopiù causa del pessimo posizionamento del lattante sul seno (punto 1). Risistemato correttamente il bimbo, come già detto, la sofferenza dell’allattamento cessa da sola.
Tuttavia, sopraggiunte le ragadi, la lesione dovrà essere risolta in qualche modo.
Il rimedio esiste ed è, come dire?, autologo.
Gli esperti infatti suggeriscono di asciugare bene all’aria il capezzolo dopo ogni poppata, quindi spremere un po’ di latte spalmandolo sul capezzolo stesso. Il latte di fine poppata contiene sia lubrificanti sia un antibiotico naturale, decisamente adatto al problema in questione.

11) Fare attenzione ai canali ostruiti.
I dotti del latte possono accidentalmente ostruirsi. I motivi? Diversi, alcuni singolari e difficili da credere: indumenti troppo stretti; una conformazione particolare del seno; la fatica dell’atto prolungato per giorni; un periodo lungo senza poppate…
Bisogna risolvere il problema presto e bene, perché c’è anche il rischio che la cosa possa provocare un’infezione.
Come fare? Gli esperti suggeriscono di usare calore. Nel caso si avverta nel seno una parte dolorosa e dura, lo si deve massaggiare dall’alto verso il basso con movimenti lenti, dolci e circolari.
In più, far succhiare il lattante proprio da quel lato serve a sgombrare il canale ostruito e a ripristinare il flusso interrotto.

12) Usare vitamina E.
Capezzoli screpolati? Stanchi? Ragadi in vista? Una goccia di vitamina E al termine della poppata massaggiata sul capezzolo in dose infinitesimale…

13) Quando il latte è in eccesso…
… e nonostante la poppata vi sembra che sia ancora tutto lì, ponete sui seni turgidi e pieni compresse calde e umide. Secondo gli esperti, il calore apre i canali e fa fluire il latte più liberamente. Un aiuto al problema verrà da un allattamento più frequente e lungo del pupo, ma cercate anche di bere più del solito (così da urinare ogni ora).

14) Controllare le perdite.
Può capitare.
Quante delle nostre mamme ricordano una fuoriuscita di latte nei momenti più impensati? Dicono infatti i competenti che il sistema femminile di produzione del latte è talmente sensibile agli stimoli esterni di una madre, che la donna può cominciare a secernere latte anche solo ascoltando il pianto di un neonato che nemmeno conosce…
Magari che sta passando in carrozzina proprio nel momento in cui entrate nello stesso centro commerciale… In questo caso, col palmo della mano spingete il capezzolo contro il seno. E se dovete assorbire il liquido che esce, nonostante tutto, tenete sempre a portata di mano un fazzoletto in puro cotone. Igienico, buon assorbente e facile da lavare.

 

Facebook Comments
0 Shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap