Esercizio fisico e sessualità nelle donne con ovaio policistico ▼
La sindrome dell’ovaio policistico colpisce tra il 5 e il 10% della popolazione femminile in età fertile.
Secondo i risultati di un recente studio condotto sotto la direzione della Dottoressa Lucia Alves Silva Lara, esisterebbe un rapporto particolarmente stretto tra l’esercizio fisico e la funzione sessuale nelle donne affette da ovaio policistico.
Pare infatti che l’attività fisica possa contribuire a ridurre il fastidio e il dolore accusato durante i rapporti sessuali.
L’indagine, condotta presso un’Università brasiliana, ha coinvolto un campione di 84 donne, delle quali 41 erano affette da sindrome dell’ovaio policistico mentre 53 erano in salute.
Tutte le donne arruolate rientravano nella categoria “sovrappeso” o “obesità”, avendo una circonferenza media del giro vita rispettivamente di 81 e 76 cm.
I soggetti sono stati invitati a sottoporsi all’attività fisica per 16 settimane consecutive: questa, consisteva nello svolgere esercizi per lo più di resistenza fisica, iniziando dallo stretching per poi arrivare alle panche (piane ed extensor) e all’uso di altri strumenti funzionali ad allenare braccia, gambe e tronco. Ogni settimana, veniva alzato il livello d’intensità degli esercizi svolti in gruppo, riducendo via via il numero di ripetizioni.
All’inizio del percorso di allenamento, i ricercatori hanno posto alle donne domande riguardanti la propria sfera sessuale, l’umore, e il personale modo di affrontare la vita. La maggior parte dei soggetti affetti dalla sindrome dell’ovaio policistico ha risposto di avere diversi tipi di disfunzioni sessuali, che comprendevano dolore durante i rapporti, scarsa lubrificazione, difficoltà nel raggiungere l’orgasmo e quindi uno scarso appagamento sessuale; inoltre, sono stati riscontrati anche episodi di ansia e sindromi depressive.
Concluse le 16 settimane di allenamento, il quadro che si è manifestati agli autori dell’indagine è nettamente cambiato in entrambi i gruppi rispetto ai dati raccolti in precedenza. Primo fra tutti i cambiamenti è stato un ritrovato miglioramento dell’umore.
È noto infatti che qualsiasi tipo di attività fisica contribuisce alla produzione da parte dell’organismo di endorfine e serotonina, ormoni che favoriscono il benessere e l’appagamento.
Inoltre, le donne hanno riferito un netto miglioramento della qualità della propria vita sessuale, con una riduzione del dolore percepito e una maggiore soddisfazione, che ha contribuito a contenere l’incidenza episodi di ansia e depressione.
Anche il desiderio stesso e l’eccitazione hanno giovato dell’attività fisica svolta.
Ecco dunque che gli studiosi sono arrivati alla conclusione che il rafforzamento della muscolatura del tronco, delle gambe e delle braccia attraverso esercizi di resistenza (e quindi non aerobici) può contribuire ad apportare grandi benefici alle donne affette da sindrome dell’ovaio policistico.
A cura della redazione di ginecologia
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