La toxoplasmosi in gravidanza ▼

Se si hanno contatti con il gatto:

  • vuotare e pulire la cassetta ogni giorno (usando i guanti)
  • alimentare i felini solo con cibo liofilizzato in scatola o ben cotto

È bene effettuare il test quando si scopre di aspettare un bambino per sapere se si è immune avendo già contratto l’infezione in passato, se non si ha ancora contratto l’infezione o se si ha un’infezione in corso.
Se il test è negativo si desume che non si è mai venuti a contatto con la malattia e quindi è bene seguire le norme sopra presentate e ripetere il test ogni mese per evidenziare precocemente un’eventuale infezione.

Se il test è positivo ci possono essere due possibilità:

  • l’infezione è già stata contratta in passato. Il rischio di avere una nuova infezione è pressoché inesistente (non si ripete più il test e si possono ignorare le indicazioni qui sopra).
  • che si ha un’infezione in corso e quindi può essere trasmessa al feto.

La percentuale di trasmissione al feto cambia con il procedere della gravidanza: la probabilità di contagio è inferiore al 5% prima della 16a settimana di gestazione; è intorno al 17% tra la 16a e 20a settimana; aumenta a valori del 30% tra la 21a e 35a settimana.

Nelle prime settimane il passaggio del toxoplasma al feto è molto raro, ma quando avviene può comportare gravi danni al bambino (aborto spontaneo o lesioni neurologiche); nel terzo trimestre di gravidanza si trasmette con più facilità, ma nella maggior parte dei casi senza alcuna conseguenza.
Alla nascita circa il 90% dei bambini contagiati non manifesta sintomi evidenti.

È importante ricordare che, per quanto asintomatici alla nascita, la maggior parte dei bambini non trattati svilupperà successivamente alcune manifestazioni della malattia: l’85% sarà affetto da corioretinite (riduzione della vista-cecità); dal 20 al 75% presenterà ritardo mentale, dal 10 al 30% presenterà una moderata perdita dell’udito.
È quindi necessario eseguire l’esame del sangue ed informarsi presso il medico di famiglia, l’ostetrica o il ginecologo di fiducia.

 

FONTI:
www.saperidoc.it

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