Rischio Trombosi in gravidanza ▼

Mezzi fisici, comportamentali e farmaci per trombosi in gravidanza

Eparine

Uno dei trattamenti farmacologici efficace e totalmente innocuo è quello con l’eparine, a basso peso molecolare, che risulta essere un farmaco sicuro per il feto, sia perché non attraversa la placenta sia perché non essendo teratogene non causano nessuna emorragia fetale.

Fondaparinux

Nei casi in cui si è impossibilitati assumere l’eparine l’alternativa ideale è la fondaparinux.
Si tratta di un pentasaccaride di origine sintetica che agisce con azione anticoagulante mediante un apposito sistema di inibizione del fattore Xa.
È sconsigliabile il suo utilizzo durante il periodo di allattamento al seno.

Tra i mezzi fisici, invece, annoveriamo l’utilizzo di calze elastiche a compressione graduata e il ricorso alla compressione pneumatica intermittente, ovvero un dispositivo gonfiabile che stringe ritmicamente i muscoli della gamba all’altezza del polpaccio.

Fondamentale adottare buone prassi comportamentali, come:

  • evitare l’ortostatismo prolungato, cioè restare per troppo tempo ferme in piedi.
  • evitare la sedentarietà
  • evitare le alte temperature
  • adottare una dieta povera di grassi e ricca di liquidi
  • evitare fumo e alcol.

Individuazione del rischio

Valutare l’ipotesi di una tromboembolia in gravidanza è molto importante ed è basata su una attenta anamnesi, finalizzata a conoscere i possibili pregressi di episodi ad essa legati sia nella paziente che nei suoi familiari prossimi.

Tale procedura è fondamentale per avere un quadro più chiaro della diagnosi e poter così stabilire un’idonea misura preventiva.

Ogni donna in gravidanza dovrebbe considerare di sottoporsi ad un’accurata individuazione dei possibili fattori che potrebbero dar vita alla TEV durante il periodo che intercorre alle prime settimane di gravidanza; valutazione da eseguire nuovamente durante il ricovero in ospedale per il parto o per il manifestarsi di complicazioni ostetriche durante i mesi in cui si è in stato interessante.

La Redazione di Ginecologia.it

Fonte

SIGO

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