Ti racconto il mio parto by mamma Anna
Ci siamo: è passato quasi un anno da quando ti ho conosciuto e hai reso la mia vita fantastica.
Mi ricordo tutto: non ti decidevi a nascere, perciò è stato necessario un ricovero per indurre il parto.
Domenica 19 agosto mi presento in reparto per la visita di controllo e le analisi del sangue.
Il giorno dopo il medico mi fa lo scollamento delle membrane e mi dice di aspettare e vedere se si smuoveva qualcosa, altrimenti avremmo dovuto mettere il gel.
La giornata passa con solo un leggero fastidio e qualche perdita di sangue a causa dello scollamento.
La mattina dopo viene posizionata la prima dose di gel e nel pomeriggio la seconda, che mi provocano dei leggeri dolori che assomigliano a quelli del ciclo.
Dato che la sera spariscono, mando via mio marito.
Mi sentivo triste: ero sicura che presto avrei avuto il mio piccolo in braccio, invece nulla.
L’ostetrica mi consiglia di fare due passi, anzi, ancora meglio, di fare le scale: seguo il suo consiglio, poi decido di andare a letto.
Mi addormento e mi sveglio all’una circa, perché non sento più i movimenti del mio bambino; allora mi fanno un tracciato e mi danno un po’ di zucchero via vena, e funziona: lo risento muovere!
Mi metto tranquilla a letto quando alle 3:50 inizio ad avere dei dolori fortissimi: non penso che siano contrazioni e vado in bagno, ma la mia compagna di stanza mi dice di avvertire l’ostetrica.
Lei arriva subito e sì, sono finalmente in travaglio.
All’inizio urlo tantissimo, ma poi inizio a gestire bene il dolore.
Alle 6 chiamo casa e avverto che è il momento di venire, perché ci siamo: il tempo di quella telefonata e da 4 centimetri di dilatazione sono passata a 8 centimetri e mezzo.
Fortunatamente mio marito arriva in tempo e, quando sento il bisogno di spingere, mi portano in sala parto con il mio letto.
Una volta arrivata, le contrazioni rallentano e il medico mi comunica che forse devono fare il cesareo.
La mia fantastica ostetrica mi dice che posso farcela e mi somministrano altra ossitocina via vena.
Spingo con tutta la forza che ho e mio marito mi dice: si vede la testa!
Spingo ancora e finalmente alle 8:34 del 22 agosto ho Alberto tra le braccia.
È stata un’esperienza forte ma bellissima.
Anna C.
N.d.D.
Ma perché fare lo scollamento delle membrane?
Non è prevista nei protocolli operativi, perché far iniziare qualcosa senza attendere che il collo si prepari al meglio e con la conseguenza di allungare il tempo del travaglio?
Qui è andata bene, ma erano ad un soffio dal cesareo.
Dr. Domenico Oliva ostetrico
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