FIVET

Le tecniche maggiori usate nella riproduzione assistita sono: FIVET, GIFT, ICSI, TET, MESA e TESE.

Tutte le tecniche prevedono tre fasi:

  • una prima fase preparatoria (uguale per tutte le tecniche)
  • Una fase di stimolazione  farmacologica della crescita multipla dei follicoli ovarici e del suo monitoraggio
  • Una fase operativa di esecuzione della tecnica scelta

Nella prima fase si stabilisce un protocollo di stimolazione farmacologica il più possibile adeguato alla paziente.

La stimolazione ovarica mira ad ottenere un numero adeguato di ovociti maturi e quindi utilizzabili per la tecnica scelta, il fine della stimolazione è ottenere il maggior numero possibile di ovociti maturi che la paziente è in grado di produrre in un singolo ciclo. La risposta è individuale ed è molto difficile prevedere quale sarà la sua risposta ai farmaci.

La terapia di stimolazione vera e propria dura da 10 a 14 giorni, dopo i primi giorni la crescita dei follicoli viene sorvegliata con esami di laboratorio ed ecografie eseguite quotidianamente o a giorni alterni.

Se, attraverso il monitoraggio non viene visualizzato alcun follicolo, lo stato di salute della paziente è compromesso o si intuisca una sindrome da iperstimolazione severa il ciclo viene sospeso.

Quando lo sviluppo dei follicoli e i dosaggi ormonali sono ritenuti adeguati, si programma il prelievo degli ovociti (pick-up) dopo aver innescato lo scoppio dei follicoli (ovulazione) tramite farmaci (HCG).

Il pick-up viene realizzato per via trans vaginale sotto controllo ecografico 33-36 ore dopo la somministrazione dell’HCG.  Non richiede anestesia generale, non comporta ricovero ospedaliero (trascorsa mezz’ora dall’intervento la paziente può tornare a casa).

Dopo o subito prima del prelievo degli ovociti, viene richiesto al partner maschile di fornire un campione di liquido seminale.
Esso viene trattato con un procedimento (capacitazione) in modo da eliminare batteri, detriti, inoltre seleziona gli spermatozoi migliori e li rende in grado di fecondare l’ovocita con cui entreranno in contatto.

In laboratorio, una goccia di liquido seminale viene inserita in ogni provetta contente un ovocita. L’incubazione procede per altre 36-48 ore, al termine si verifica la formazione degli embrioni.

Se è avvenuta la fertilizzazione la paziente torna nel centro per il trasferimento intrauterino degli embrioni.
Questa procedura non è dolorosa, non prevede l’uso di anestesia, la paziente dopo mezz’ora circa dall’intervento può andare a casa.

Occorre ricordare cosa esprime la legge n.40/2004 art 14, comma 2:

“Le tecniche di produzione degli embrioni […] non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre”.

Per cui il numero massimo di ovociti fecondabili è limitato a tre, e di conseguenza il numero di embrioni che si possono formare.
Tuttavia, ci possono essere dei casi in cui anche se vengono fecondati tre ovociti, si formano due, uno o nessun embrione. Inoltre esiste anche la possibilità che in utero, al momento del trasferimento degli embrioni, non si annidino gli embrioni o se ne annidi solo uno o due.

È vietato crio-conservare embrioni umani.

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