Un dilemma attuale: due o tre dosi del vaccino contro il Papilloma Virus?

 

Il Papilloma Virus Umano (HPV) è riconosciuto come una tra le principali cause di sviluppo del carcinoma del collo dell’utero, che rappresenta il secondo tumore più diffuso tra le donne con un’incidenza superiore ai 3.500 casi ogni anno in Italia.

 

Nel corso del tempo, con lo sviluppo di un efficace programma di prevenzione secondaria che si avvale della metodica di screening del Pap test (la quale permette di effettuare una diagnosi precoce della patologia) si è registrata una drastica riduzione dell’incidenza delle forme avanzate del cancro della cervice e dei decessi; tuttavia, la possibilità di prevenzione del carcinoma del collo dell’utero attraverso la vaccinazione è altrettanto importante per ridurre i rischi associati a questa infezione.

 

Da quando il vaccino è stato immesso sul mercato si è registrata una significativa riduzione del numero di infezioni da HPV, soprattutto nel gruppo di donne che si sono sottoposte al trattamento prima dell’inizio dell’attività sessuale; di pari passo, è anche diminuito il numero di casi in cui è stata individuata la presenza di formazioni cancerose a livello della cervice nella popolazione vaccinata.

 

Sia il vaccino bivalente sia quello quadrivalente per l’HPV sono stati inizialmente progettati per essere somministrati in tre dosi: infatti, la somministrazione scaglionata in tre momenti diversi (a distanza di 6 mesi l’uno dall’altro) consente all’organismo di generare una risposta immunitaria più forte e duratura rispetto a somministrazioni più massicce e concentrate in un arco di tempo ristretto.

 

Ciononostante, considerando che il vaccino è altamente immunogenico e produce una risposta anticorpale durevole, nel 2014 la World Health Organization ha reso noti i risultati di una serie di trials clinici che hanno rivelato che la somministrazione in tre dosi non necessariamente rappresenta la scelta “migliore”.

 

In particolare, si è osservato che la risposta immunitaria sviluppatasi in ragazze di età inferiore ai 15 anni sottoposte alla somministrazione del vaccino in due dosi è assimilabile a quella ottenuta in donne di età maggiore in seguito alla somministrazione dello stesso vaccino, ma in tre dosi.

 

Nel 2015 Jit e colleghi hanno pubblicato i risultati di uno studio atto a valutare il rapporto costo-beneficio della somministrazione in due o tre dosi del vaccino contro l’HPV, in modo da stabilire quale delle due modalità sia maggiormente adatta a proteggere dall’infezione. Attualmente, la discussione è ancora in corso, prevalentemente per via dell’incertezza in merito alla durata effettiva della protezione immunitaria sul soggetto e della scarsa conoscenza relativa alla possibile perdita della protezione crociata (contro le diverse tipologie di HPV) nel caso della somministrazione in due dosi rispetto a quella di tre.

 

Dall’indagine emerge che, qualora la somministrazione in due dosi garantisse una copertura fino a 20 anni, i suoi costi sarebbero relativamente contenuti e non sempre sarebbe necessaria la terza somministrazione in seguito alle prime due (in quanto i benefici in termini di durata della copertura immunitaria di una singola terza dose non bilancerebbero completamente i costi); se invece la durata della copertura di due dosi fosse di soli 10 anni, il costo di una terza dose sarebbe ampiamente impattato e dunque questa soluzione sarebbe da privilegiare. Come anche se la terza dose garantisse una protezione di 20/30 anni, il peso del costo della sua somministrazione si ridurrebbe drasticamente in proporzione ai benefici che si ricaverebbero sui soggetti trattati.

 

Insomma, per arrivare a formulare una risposta universale è necessario analizzare i risultati di ulteriori indagini, alcune delle quali sono già in corso.

 

Con i nuovi sviluppi nella tecnologia dello screening cervicale e del vaccino contro l’HPV stiamo vivendo in un’epoca di grande realizzazione della promessa di prevenzione del cancro del collo dell’utero, anche se esiste ancora la necessità di una più ampia diffusione dei programmi di prevenzione primaria tra le donne.

 

Ostetrica Lucia Cappelletti

 

Fonte:

Two or three doses of human papillomavirus vaccine?

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