La sessualità. Fisiologia e disfunzioni femminili.

In passato la sessualità femminile coincideva con la procreazione, oggi non è solo così: il benessere sessuale è sempre più considerato un aspetto fondamentale della qualità di vita.
Nella maggioranza dei casi, la sessualità femminile ha il suo picco tra la fine dei 30 anni e l’inizio dei 40 anni, ma ogni donna presenta una valida risposta sessuale durante tutta la vita.

 

Le fasi del piacere femminile
L’atto sessuale femminile, definito come sequenza di eventi fisiologici che preparano al coito, segue un percorso di piacere in quattro fasi:
1) Fase del desiderio o libido: sensazione di interesse a voler avere un rapporto sessuale. È il motore della sessualità, acceso da stimoli interni ed esterni, come ad es. fantasie erotiche, partner interessante, ecc…
2) Fase dell’eccitazione: condizione di maggior vascolarizzazione sanguigna con conseguente aumentata lubrificazione vaginale. A livello genitale, l’utero s’innalza, la vagina si allunga e si allarga, le piccole e grandi labbra si distendono e anche il clitoride si riempie di sangue fino, letteralmente, a gonfiarsi. A livello extragenitale, invece, si osserva congestione mammaria, erezione dei capezzoli, sensazione generalizzata di calore e tensione muscolare.
3) Fase dell’orgasmo: picco massimo del piacere sessuale. Si manifesta con contrazioni multiple (3-15) e ritmiche (0,8 sec) dei muscoli che circondano la vagina e l’ano (“piattaforma orgasmica”). Anche l’utero va incontro a contrazioni simili a quelle del parto. La donna è multiorgasmica, cioè in grado di provare ripetuti orgasmi durante un singolo incontro sessuale.
4) Fase della soddisfazione: appagamento fisico ed emotivo, cioè quello che si sente e si pensa dopo un rapporto. Gli organi genitali ritornano nel loro stato di normalità nell’arco di 5-15 minuti.

Gli ormoni sessuali
L’atto sessuale è modulato dagli ormoni femminili che agiscono in tutto il corpo, integrando gli stimoli erotici con gli elementi affettivi e cognitivi di ogni singola donna. Gli estrogeni agiscono maggiormente a livello vaginale, mentre gli androgeni a livello cerebrale e soprattutto clitorideo.
Gli estrogeni conferiscono una sensazione di benessere generale. Danno il caratteristico “profumo di donna” tipico dell’età fertile, tramite particolari sostanze molto attraenti a livello subliminale per l’olfatto maschile, e aumentano la sensibilità agli odori maschili. Inoltre, aiutano a tradurre il desiderio in eccitazione, soprattutto a livello vaginale.
Gli androgeni, invece, accendono il desiderio femminile tramite fantasie sessuali volontarie, sogni erotici e sexual day-dream a livello cerebrale. Nella donna in età fertile, a metà ciclo, gli androgeni aumentano la capacità di formare relazioni interpersonali e di dare e ricevere piacere. Inoltre, facilitano l’eccitazione fino all’orgasmo, soprattutto a livello del clitoride.
La sessualità non è solo una questione d’ormoni, ma è influenzata anche da altri fattori come l’età, le condizioni generali di salute, il partner e la qualità della relazione di coppia.

I disturbi sessuali femminili
L’attuale classificazione dei disturbi della risposta sessuale femminile distingue quattro gruppi di problemi di natura sessuale.
1) Disturbi del desiderio:
a) desiderio sessuale ipoattivo: persistente o ricorrente carenza o assenza di pensieri o fantasie sessuali e/o recettività per l’attività sessuale, che provochi disagio personale.
b) avversione sessuale: persistente o ricorrente avversione fobica con evitamento del contatto con un partner sessuale, che provochi disagio personale.
2) Disturbi dell’eccitazione: persistente o ricorrente incapacità ad ottenere o mantenere una sufficiente eccitazione sessuale, che causi un disagio o che costituisce comunque un problema personale. Può essere espressa come mancanza di eccitazione cerebrale, di eccitazione genitale (lubrificazione/congestione) o di altre risposte somatiche. I disturbi dell’eccitazione interessano il 15-19% della popolazione generale.
3) Disturbi dell’orgasmo: persistente o ricorrente difficoltà a raggiungere l’orgasmo, nonostante un adeguato stimolo ed eccitazione, che causi disagio personale. I disturbi dell’orgasmo sono riportati genericamente nel 15-20% delle donne sessualmente attive.
4) Disturbi caratterizzati da dolore sessuale:
a) dispareunia: ricorrente o persistente dolore genitale che compare durante il rapporto sessuale. Colpisce il 15-19% delle donne in età fertile.
b) vaginismo: ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura vaginale, che interferisce con la penetrazione vaginale e che causa disagio personale.
c) dolore sessuale non coitale: ricorrente o persistente dolore genitale indotto da stimolazioni non coitali.
Per ciascun disturbo sessuale è opportuno identificare alcune particolarità:
a)insorgenza: fin dall’inizio dell’attività sessuale o acquisita dopo un periodo di normalità;
b)caratteristiche: generalizzata o situazionale;
c)eziologia: organica, psicogena, mista o sconosciuta;
d)gravità dello stress e del disagio causato dal disturbo sessuale.

Estratto da C.Paganotti. Riabilitazione perineale e coni vaginali. Edizioni Phasar, 2009.

Facebook Comments
17 Shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap