L’ostetrica e i “ferri del mestiere” ▼

Da sempre al momento della nascita è stata presente una figura che ha accompagnato la donna in questo evento tanto naturale quanto staordinario.
È stata chiamata comare, levatrice ed ostetrica; In ogni caso è una figura che le sta vicino, come se fosse il “custode” del parto.

L’ostetrica nel primo ‘900
All’inizio del secolo scorso alla figura della comare si contrapponeva quella della levatrice. Alcuni riconoscevano nelle “comari” delle donne esperte, dalla lunga pratica e dalla manualità sicura, altri le definivano delle “temerarie, idiote, zotiche, prive di genio e di gusto per lo studio”.

Iniziò un lungo percorso che vedeva evolvere la figura di chi assisteva al parto: dalla donna del popolo, spesso analfabeta, la comare, alla donna istruita dalla classe medica, la levatrice.
Le levatrici erano ben viste dalle giovani partorienti, desiderose di migliori garanzie di salute e aperte alle novità mediche, mentre le donne anziane e le suocere preferivano che le ultime “comari” assistessero ai parti delle loro figlie e delle loro nuore.

La levatrice, in fondo, era un’estranea, spesso veniva da altri paesi, era “mandata dal Comune” e possedere una diversa cultura: era portatrice di idee “nuove”, che spesso si scontravano con la vecchia tradizione locale. In ogni modo, bastavano alcuni parti ben condotti perché scendesse sulla levatrice un tacito consenso, anche se ancora velato da un po’ di diffidenza.

L’ostetrica “secondo gli uomini”… SEGUE

 

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